Dello stalking

Una mia amica è stata, ed è ancora, perseguitata da una persona.

Tale personcina ha come hobby quello di tormentarla, di mandarle messaggi, di chiamarla, di lasciarle scritte sui muri e così via.

Spesso una persona esterna, che non abbia mai provato che cosa sia la persecuzione, può pensare ad una imputazione per stalking come a qualcosa di esagerato. Tuttavia, tutti coloro che non comprendono dovrebbero riflettere su un punto: diversamente da altre forme di reato lo stalking identifica comportamenti più subdoli.  Infatti, lo stalker e colui che, pian piano, si insidia nella quotidianità della vittima minandone il senso di sicurezza, le capacità sociali e, peggio di tutto, la libertà personale, diritto costituzionale assolutamente inviolabile.

La vittima ha paura ad uscire di casa, si sente sempre osservata, riduce i rapporti sociali (o, addirittura, li elimina) può perdere il lavoro e subire danni a livello psicologico.

Se è stato introdotto, all’articolo 612 bis del Codice Penale il reato di “Atti persecutori” è anche vero che un ruolo fondamentale è svolto da chi si rivolge alla giustizia. Così come accade per i reati di violenza anche in questo caso si esita molto a rivolgersi all’autorità giudiziaria per riferire del reato. Invece, le vittime, per il 75% donne, dovrebbero abbandonare la convizione per la quale essere vittime è vergognoso e umiliante.

Dovrebbero pensare alla possibilità di recuperare la propria vita e anche all’opportunità di evitare che le cose si mettano peggio e che lo stalker inizi un comportamento violento perdurante sino a giungere a quei tragici epiloghi che tutti conosciamo.

Forza donne, avete il diritto di essere libere.

Stefania

  • Digg
  • Del.icio.us
  • StumbleUpon
  • Reddit
  • Twitter
  • RSS

Leave a Reply