Tra le pagine di “Io non compro” di Judith Levine

La crisi e i problemi finanziari hanno portato molti di noi a ricercare metodi alternativi grazie ai quali (soprav)vivere nel quotidiano.

Ridurre le spese è, ovviamente, il passo iniziale, ma c’è chi ha cercato di effettuare un esperimento ancora più estremo.

Questo è (o, almeno, dovrebbe essere) il caso di Judith Levine con il suo “Io non compro“.

io non compro

Premetto di aver corteggiato per anni questo libro e di averlo finalmente trovato in biblioteca (nel pieno spirito del “non acquirente”) ma di essere, infine, rimasta delusa dal suo contenuto.

Cominciamo, però, dall’inizio. Judith e suo marito, due liberi professionisti di mezza età e senza figli, decidono di trascorrere 12 mesi senza acquistare. Compreranno solo il cibo, le medicine e ciò che potranno definire essenziale per la sopravvivenza.

Ma qui si trova il primo inghippo: i nostri amici guadagnano circa 50 mila dollari a testa l’anno. Capite che questo discorso ha già delle falle, in quanto non si tratta di persone sull’orlo della bancarotta, ma di persone molto benestanti. Infatti, i due hanno tre case (TRE!!!) quando molti di noi non ne hanno neppure una di proprietà.

Continuando nella lettura, si nota come l’autrice cerchi di riempire le pagine con dati e statistiche che annoiano e non aggiungono nulla di interessante al libro. In fondo, si vorrebbero conoscere maggiori dettagli sulla gestione economica della loro famiglia, e non su quanto si spende in un anno negli Stati Uniti.

Un altro elemento è costituito dal sabotaggio che l’autrice spesso applica al suo progetto. Compra dei vestiti per quasi 200 dollari, ad esempio.

Per il resto, i due si limitano a vivere come potrei vivere io: non vanno al cinema (io non ci vado perché costa troppo), a teatro (idem come sopra), limitano il consumo di generi alimentari non necessari (vedi sopra) ma continuano a comprare libri, ad esempio, per quasi mille dollari l’anno (mentre io vado in biblioteca) e a vivere nelle loro tre case.

Potrei, quindi, scrivere anche io un libro simile, ma che si potrebbe intitolare “Io non compro DAVVERO” (e da anni).

Se cercate qualche perla di saggezza sul tema, allora lasciate perdere questo testo.

Stefania

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