Una vacanza con lo yoga nel cuore

Ci sono momenti in cui si ha bisogno di una pausa. Una pausa da una quotidianità che sta stretta, che rende tristi e che non consente di sentirsi liberi, seppure si possano avere tutti gli strumenti per rendersi liberi.

Ho attraversato uno di questi lunghi momenti nell’ultimo anno e, così, ho deciso di interrompere la sequela di settimane deprimenti partecipando alla Vacanza Yoga con la scuola che mi sta formando, la scuola Sathya Yoga.

In una settimana ho potuto avere un assaggio di come la vita potrebbe essere SEMPRE se solo ci si concentrasse sul lasciarsi scivolare addosso molti dei “grattacapi” quotidiani.

Premetto che ogni attività era a libera partecipazione ma io ho deciso di seguire tutte le lezioni perché il mio obiettivo era quello di sconvolgere letteralmente il mio modo di pensare che, con il trascorrere del tempo, era diventato piuttosto stantio e “imprigionante”.

Così, ogni mattina ho puntato la sveglia alle 5,20, mi sono alzata, ho fatto una doccia e poi, nel silenzio che solo l’alba può regalare, sono scesa per andare in sala yoga. Lì, ascoltando i Veda, recitando i mantra o, semplicemente, prendendomi il tempo per stare un po’ con me stessa, ho riscoperto la straordinarietà del nostro . Il nostro Sé è davvero Infinito, è parte del Tutto e ce lo dimostra se solo cerchiamo di tornare in contatto con esso.

Non con la forza, ma con l’amore.

Spesso mi sono ritrovata in lacrime, ma non sono mai state lacrime di dolore o dettate dal nervosismo, ma determinate dal tocco di quell’Amore che spesso facciamo tacere perché vogliamo pensare che il mondo sia un posto brutto, cattivo e che tutti ci vogliano fare del male.

E quando l’Amore tocca davvero il nostro Sé si prova una gioia infinita, che sgorga dal cuore anche sotto forma di lacrime.

La mattinata proseguiva con la lezione di Hatha Yoga e poi con le attività comunitarie: dalle semplici chiacchiere al lavoro in cucina (che io ho saltato perché, ahimé, mi sono ammalata l’ultimo giorno), dalla lettura alla piscina fino al semplice silenzio.

Le attività ricominciavano il pomeriggio con lo yoga “fisico” per arrivare a cena. Io che ho avuto spesso un rapporto conflittuale col cibo ho apprezzato la possibilità di condividere piatti semplici, e offerti dagli altri membri del gruppo con un sorriso, con gli altri commensali.

E così, giunti a sera, ci si impegnava nella meditazione oppure nel canto di Bhajan e Kirtan che io amo in modo particolare. Infine, tutti a letto presto, o quasi tutti (c’è anche chi ha più resistenza di me!).

Con il passare dei giorni ho intessuto delle relazioni belle, fatte di cuore, con gli altri partecipanti alla vacanza. A volte sono sorti conflitti, ma ho imparato a non cogliere più le provocazioni di chi non è ancora pronto ad ascoltare. Altre volte, invece, ho semplicemente ascoltato chi voleva aprirsi e parlare dei propri problemi.

Questa vacanza mi ha regalato, in definitiva, molte cose, la maggior parte delle quali sono intangibili.

Innanzitutto, mi ha ricordato chi sono veramente, non Stefania la giornalista, la scrittrice, la cantante, la disoccupata. Ma Stefania il cui nome corrisponde a qualcosa di più “alto”.
Mi sono anche riconciliata con me stessa e perdonata per molte cose arrivando (quasi) a piacermi: in fondo devo passare un sacco di tempo con me!

Ho anche visto il mio primo cinghiale, che ha assunto un significato speciale poiché erano giorni che chiedevo un “segno” e il segno è arrivato alle sei meno un quarto del mattino, su un sentiero che ci ha fatti incontrare e che mi ha riempita di allegria!

E molti dei risultati di questa esperienza so che si mostreranno ancora in futuro.

Per questo voglio ringraziare non solo gli insegnanti di Sathya Yoga, che mi hanno permesso di fare questa esperienza, ma anche tutte le anime che ho avuto l’onore di incontrare.

Namasté.

Stefania.

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